Appresso che questa canzone fue
alquanto divolgata tra le genti, con ciò fosse cosa che alcuno amico l’udisse,
volontade lo mosse a pregare me che io li dovesse dire che è Amore, avendo
forse per l’udite parole speranza di me oltre che degna. Onde io, pensando che
appresso di cotale trattato bello era trattare alquanto d’Amore, e pensando che
l’amico era da servire, propuosi di dire parole ne le quali io trattassi
d’Amore; e allora dissi questo sonetto, lo qual comincia: Amore e ’l cor gentil.
Amore e ’l cor gentil sono una cosa,
sì come il saggio in suo dittare pone,
e così esser l’un sanza l’altro osa
com’alma razional sanza ragione.
Falli natura quand’è amorosa,
Amor per sire e ’l cor per sua magione,
dentro la qual dormendo si riposa
tal volta poca e tal lunga stagione.
Bieltate appare in saggia donna pui,
che piace a gli occhi sì, che dentro al core
nasce un disio de la cosa piacente;
e tanto dura talora in costui,
che fa svegliar lo spirito d’Amore.
E simil face in donna omo valente.
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