Dialogo di Plotinio e di Porfirio
«Una volta essendo io Porfirio entrato in pensiero di levarmi di vita, Plotino se ne avvide: e venutomi innanzi improvvisamente, che io era in casa; e dettomi, non procedere si fatto pensiero da discorso di mente sana, ma da qualche indisposizione malinconica; mi strinse che io mutassi paese». Porfirio nella Vita di Plotino. Il simile in quella di distese in un libro i ragionamenti avuti con Porfirio in quella occasione.
Plotino. Porfirio, tu sai ch’io ti sono amico; e sai quanto: e non ti dèi maravigliare se io vengo osservando i tuoi fatti e i tuoi detti e il tuo stato con una certa curiositá; perché nasce da questo, che tu mi stai sul cuore. Giá sono piú giorni che io ti veggo tristo e pensieroso molto; hai una certa guardatura, e lasci andare certe parole: in fine, senza altri preamboli e senza aggiramenti, io credo che tu abbi in capo una mala intenzione.
…
Porfirio.
…dico che quel che tu immagini della mia intenzione è la veritá. Se ti piace che noi ci ponghiamo a ragionare sopra questa materia; benché l’animo mio ci ripugna molto, perché queste tali deliberazioni pare che si compiacciano di un silenzio altissimo, e che la mente in cosí fatti pensieri ami di essere solitaria e ristretta in se medesima piú che mai; pure io sono disposto di fare anche di ciò a tuo modo. Anzi incomincerò io stesso; e ti dirò che questa mia inclinazione non procede da alcuna sciagura che mi sia intervenuta, ovvero che io aspetti che mi sopraggiunga: ma da un fastidio della vita; da un tedio che io provo, cosí veemente che si assomiglia a dolore e spasimo; da un certo non solamente conoscere, ma vedere, gustare, toccare la vanitá di ogni cosa che mi occorre nella giornata.
(G. Leopardi, Operette morali, Dialogo di Plotinio e di Porfirio)
L’ultimo canto di Saffo
Morremo. Il velo indegno
a terra sparto,
Rifuggirà l’ignudo animo a
Dite,
E il crudo fallo emenderà
del cieco
Dispensator de’ casi. E tu
cui lungo
Amore indarno, e lunga fede,
e vano
D’implacato desio furor mi
strinse,
Vivi felice, se felice in
terra
Visse nato mortal. Me non
asperse
Del soave licor del doglio
avaro
Giove, poi che perìr
gl’inganni e il sogno
Della mia fanciullezza. Ogni
più lieto
Giorno di nostra età primo
s’invola.
Sottentra il morbo, e la
vecchiezza, e l’ombra
Della gelida morte. Ecco di
tante
Sperate palme e dilettosi
errori,
Il Tartaro m’avanza; e il
prode ingegno
Han la tenaria Diva,
E l’atra notte, e la silente
riva.
(G. Leopardi, Canti, L’ultimo canto di Saffo)
Il suicidio è un problema di sanità pubblica
A fine maggio di quest’anno, J. Cramer, docente della facoltà di sanità pubblica dell’università del Nord Carolina, negli USA, scriveva: “La pandemia di covid19 continua a mettere sotto stress il Paese e il mondo”, evidenziando come la probabilità di una “seconda ondata” – annunciata dai media – avrebbe potuto comportare una “perdita di speranza” e conseguente rischio di aumento di suicidi.
(Cramer, 2020).
Il suicidio rappresenta un problema
di sanità pubblica rilevante, come dimostrato dai numerosi dati raccolti a
livello locale e mondiale, ed è diventato un tema prioritario di interesse,
come dichiarato da fonti autorevoli, ad esempio:
- l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato quest’anno un documento
per la prevenzione del suicidio, rivolto ai professionisti del settore dei
media, segnalando la potenziale influenza che questi possono avere rispetto al
fenomeno, in particolare per le persone con una “vulnerabilità” al suicidio, e
fornendo indicazioni sulle modalità informative più adeguate.
(WHO, 2020).
- sempre l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2014 ha pubblicato il I rapporto ufficiale, dichiarando il suicidio la 15esima causa di morte a livello globale (WHO, 2014), contenente un forte richiamo ai governi di impegnarsi nell’elaborazione di policy di prevenzione, in continuità con il Piano di Azione Mentale 2013 – 2020 che prevede la riduzione del tasso dei suicidi almeno del 10% entro il 2020.
(WHO, 2013)
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