Con la morte di Federico II (1250) e del figlio
Manfredi si assiste al tramonto della potenza sveva e anche l'esaurirsi della
poesia siciliana. Dopo la Battaglia di Benevento (1266 tra Carlo d’Angiò e
Manfredi di Sicilia) l'attività culturale si sposta dalla Sicilia alla Toscana,
dove nasce una lirica d'amore, la lirica toscana, non dissimile da quella dei
poeti della corte siciliana ma adattata al nuovo volgare e innestata nel clima
dinamico e conflittuale delle città comunali.
Sul piano tematico dell'amore
cortese, quindi, si affiancano nuovi contenuti politici e morali più adatti alla
classe media emergente.
Vengono così ripresi in Toscana i temi della scuola
siciliana e le ricercatezze di stile e di metrica propria dei Provenzali con
l'arricchimento dato dalle nuove passioni dell'età comunale.
La poesia dei
poeti toscani viene così ad arricchirsi sia dal punto di vista tematico che
linguistico anche se viene a mancare "quel livello di aristocrazia
formale a cui i siciliani riescono generalmente a mantenersi".
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