Citazione

L'insegnamento non può fermarsi alle ore di lezioni in classe.

Compito del docente è quello di accompagnare gli allievi nella formazione della persona e ciò può essere possibile solo in un tempo dilatato, per un'educazione permanente (C.C.E., 2001).

Il concetto di educazione permanente indica che si apprende in differenti contesti formali, informali, e non formali: non solo a scuola, ma anche nella rete web.

sabato 7 novembre 2015

CAMPI SEMANTICI-




Scuola 

Negli azzurri mattini
le file svelte e nere
dei collegiali. Chini
su libri poi. Bandiere
di nostalgia campestre
gli alberi alle finestre.

di Sandro Penna

L'incipit del componimento ci proietta in 'azzurri mattini': un'immagine serena ad indicare gli inizi di nuovi giorni che si prospettano luminosi e intensi. Significativa è la posizione centrale dell'aggettivo qualificativo, a rendere come l'idea dell'azzurrità stessa del giorno, in sè promettente e pregno di vita da sperimentare e godere, senza ombre ne' confini. Da rilevare e' anche l'utilizzo del termine 'mattini': a differenza ad esempio di 'mattinate', esso indica l'esordio di un nuovo giorno in sè, dunque e' il simbolo di un inizio.
La successiva immagine e' tuttavia in contrasto con l'esordio. 'File svelte e nere / di collegiali' si accampano ora ai nostri occhi. 'File' come di formiche in schiera ordinatamente in cammino verso la scuola che e' un dovere frequentare; 'svelte' poiché il ritardo e' infrazione alla norma e - e' lecito 
al lettore presupporre - potenziale fonte di sanzioni; 'e nere', aggettivo dalla sicura valenza denotativa (le divise dei collegiali sono nere) ma forte anche di un valore connotativo, poiché nero, cupo, deludente e desolante sarà il prosieguo del giorno che pure si presentava così promettente, come nero, cupo e triste diventerà lo stato d'animo degli studenti che ben altro erano 
indotti a sperare dal mattino azzurro. Si noti inoltre che i bambini e gli adolescenti sono vengono nominati in quanto tali. Essi sono 'collegiali', ossia vengono identificati con il ruolo che rivestono. Attraverso una apparentemente semplice scelta lessicale, che potrebbe passare inosservata, il poeta esprime come la scuola neghi la natura stessa della govinezza, ossia la piena e libera esplorazione del mondo e della propria interiorità che  preme verso l'auto-scoperta e l'espressione di sè.

'Chini / sui libri poi' presenta un enjambement che mira a sottolineare l'atteggiamento supino degli studenti, esecutori passivi e non attivi interlocutori. La tensione innescata dall'inarcatura rispecchia la tensione del poeta e quindi del lettore che, come partecipando alla castrazione imposta alla 
vitalità dei collegiali, e' costretto a rallentare e forzare la dizione.
Un ulteriore enjambement e' rinvenibile negli ultimi versi: 'bandiere / di nostalgia campestre'. Per i giovani riuniti nell'aula scolastica e rassegnatamente chinati sui libri da leggere e studiare - si può immaginare mnemonicamente -, gli alberi visibili attraverso i vetri della stanza sono richiami ad una vita vissuta a pieno contatto la natura, che risvegli emozioni e sensi, ed inviti all'avventura del mondo e all'esplorazione del proprio universo interiore; richiami destinati a rimanere inascoltati e a originare dunque uno struggente sentimento di nostalgia per ciò che e' negato. Non e' un caso che il componimento termini con un'immagine di chiusura rispetto al mondo esterno così luminosamente presentato nell'incipit: 'gli alberi alle finestre'. Risulta inoltre in tal modo ribadito il contrasto tra il mondo naturale confinato all'esterno e lo schermo infrangibile che si interpone fra quello e la realtà positiva.

I tre puntini di sospensione paiono allora essere dotati di un significato non secondario. Consideriamo anche l'assenza di verbi nelle proposizioni di questo testo. Il verbo indica un'azione, quindi una volontà, sicuramente un movimento fisico quando non intellettuale ed emotivo. Il poeta pare proporci dunque fotogrammi statici, metafora dell'immobilità e della straniata esecutivià 
cui sono condannati gli studenti. Null'altro resta da dire, pare volerci comunicare il poeta attraverso i puntini di sospensione; come se la soffocante impossibilità di azione dei giovani ridotti a collegiali avesse contagiato l'autore stesso; o, forse, come se quella immobilità sofferta fosse anche la sua.

Da non tralasciare e' l'aspetto metrico. La sestina, costituita da una serie di settenari che presentano lo schema ritmico ABABCC, pare voler tentare di fornire un ordine sereno e quieto ad un dolore di cui l'autore non ci propone l'espressione diretta, potenzialmente devastante e forse difficilmente 
comunicabile quando non indicibile nei suoi precisi termini, bensì una prudente evocazione attraverso immagini di una quotidianità quasi trita ma risematizzata in forza della sua portata simbolica. Testimonianza di come all'arte accada di essere lo strumento per dare ordine al caos e al subbuglio di quella materia spesso scottante e confusa che e' la nostra interiorità, trasformata dall'arte stessa in strumento di condivisione e bellezza consolatoria. 

Scuola parla dunque davvero solo di scuola?

A seguito di una lettura attenta, possiamo interpretare questo testo in chiave simbolica. 
La scuola evocata da Penna e' la vita, i cui mattini azzurri, ossia la giovinezza, sono gravidi di promesse condannate ad essere deluse. 
(Chissà... forse Penna guardò dei collegiali e in loro trovò un rispecchiamento di se stesso e dell'umanità in generale; vide nel loro cammino il percorso da una giovinezza 'azzurra' ad un'età adulta alienata dal contatto col mondo naturale e con l'altrettanto naturale dimensione dei propri 
sentimenti, desideri, aspirazioni...)
(Non potrebbe dunque Scuola interessare a tutti coloro che sentono o hanno bisogno di sentire quanto si sono allontanati dall'autenticità della loro vera natura, senza forse nemmeno essersene resi conto?) 


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