Citazione

L'insegnamento non può fermarsi alle ore di lezioni in classe.

Compito del docente è quello di accompagnare gli allievi nella formazione della persona e ciò può essere possibile solo in un tempo dilatato, per un'educazione permanente (C.C.E., 2001).

Il concetto di educazione permanente indica che si apprende in differenti contesti formali, informali, e non formali: non solo a scuola, ma anche nella rete web.

domenica 24 gennaio 2016

COME UNA RANA D'INVERNO



...
Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.

...

Primo Levi, Se questo e un uomo; la tregua, Torino, Einaudi




Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.

Hannah Arendt



Nel Lager ho sentito con molta forza il pudore violato, il disprezzo dei nazisti maschi verso donne umiliate. Non credo assolutamente che gli uomini provassero la stessa cosa.
Qualunque delinquente comune aveva diritto di vita e di morte su noi donne ebree, generatrici di un popolo odioso. E tuttavia noi di questo, allora, non eravamo consapevoli. Sapevamo la sopraffazione, la vergogna, la brutale umiliazione che ci spogliava della nostra umanità, e con essa anche della nostra femminilità.

Liliana Segre, deportata nel Lager femminile di Auschwitz-Birkenau all'età di tredici anni




PER IDA. NON CREDO NELLA SALVEZZA DEI CARNEFICI

Non credo nella salvezza dei carnefici
bensì nella logica del campo.
Non ho trovato negli anni
motivazioni che mi placassero
né quello che ho perso
qualcuno può restituirmelo.
La rabbia è inane
il dolore mescolato
al caos della distruzione.

Smistare montagne di vestiti
oggetti cibo valigie occhiali scarpe
per due anni
ti dà l’esatta identità dello sterminio.

Meglio per voi
che non capirete mai
poiché quello che racconto
non è che l’ombra di quello che è stato.
Meglio per voi.
Non credo non credo non credo,
tanto meno alla salvezza di chi si è salvato.
Il mio tempo è fermo
mangio, però
e mi concentro sui trenta passaggi
per glassare le castagne.


Anna Segre




OGNI CASO

Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.


Wislawa Szymborska





È di qualche tempo fa la pubblicazione sul quotidiano La Stampa di una lettera inedita di Primo Levi a una bambina allora di 11 anni, Monica Perosino. 
La bimba, dopo aver seguito la lezione su Primo Levi ed aver letto la poesia "Se questo è un uomo" che fa da introduzione al libro, scrisse una lettera a Levi, chiedendogli "Perché nessuno ha fermato l'orrore?, i Tedeschi erano cattivi?". Lettera alla quale Levi rispose così:
"Piuttosto che di crudeltà, accuserei i tedeschi di allora di egoismo, di indifferenza, e soprattutto di ignoranza volontaria, perché chi voleva veramente conoscere la verità poteva conoscerla, e farla conoscere, anche senza correre eccessivi rischi".


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