GOAL
Il
portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l’amara luce.
Il compagno in ginocchio che l’induce
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.
La
folla – unita ebrezza – per trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l’odio consuma e l’amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.
Presso
la rete inviolata il portiere
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.
– l’altro – è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasta sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano.
Della festa – egli dice – anch’io son parte.
Umberto Saba, 1933
Metafora di vita
Qualcuno
sostiene che una delle metafore più efficaci per spiegare il mondo sia il gioco
del calcio. La letteratura e il cinema, da Saba a Soriano, da Fuga per la vittoria di
John Huston a L’uomo
in più di Paolo Sorrentino, hanno trovato nel calcio, nelle
sue regole e nei suoi rappresentanti le metafore più adatte per raccontare le
vite dei loro personaggi. La divisione dei ruoli, lo scopo (fare goal,
vincere), la tattica, la gestione del gruppo, la metabolizzazione delle
sconfitte: sembra davvero che ogni aspetto di questo sport popolarissimo si
presti facilmente a essere reso metafora e simbolo della vita di tutti i
giorni.
Ascolta la canzone “La leva calcistica della classe
’68″, di Francesco De Gregori.
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