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martedì 10 maggio 2016

AMORE CORTESE: UN SENTIMENTO GALANTE LEGATO ALLA RIVALSA SOCIALE




Padri della lirica cortese, fondatori di una lingua volgare intellettuale, i trovatori così come i trovieri hanno influenzato lo sviluppo della nostra cultura letteraria così come quella di molti altri stati europei. Uniti da simili aspirazioni e spesso armati di strumento i trovatori frequentavano le corti del sud della francia. Luogo fulcro del movimento Tolosa corte di Guglielmo IX settimo conte di Poitiers.
Non è un caso che la lirica cortese soprattutto d'amore si sia sviluppata così velocemente in una società feudale capitanata da una gerarchia signorile. Infatti sebbene il termine faccia pensare a un sentimento puro e incondizionato il "Fin Amors" si configura come una vera e propria istituzione basato su regole e principi precisi.
Il cavaliere forte del suo immenso coraggio e bramoso di conquistare la dama del suo cuore, aspirava al sommo bene seguendo i precetti dell’umiltà; dell’obbedienza incondizionata e servile alla dama; si adoperava al fin di perpetuare belle imprese che donano valore e più importante al fine di parlare cortesemente. Solo il bel parlare infatti permetteva di distinguersi da quelli che erano i cavalieri villani, i quali non avevano un giusto comportamento a corte.
Sebbene il cavaliere rappresenti la parte attiva nel movimento cortese, grande importanza ha anche la dama caratterizzata da concretezza e irraggiungibilità. Proprio attraverso la sua condizione sociale, possiamo comprendere come dietro il movimento cortese il poetare non fosse un mero espediente amoroso.
Folle della brama e dell'ammirazione del poeta, la dama era spesso moglie del signore feudale considerato dai trovatori villano, non cortese, perché limitava la libertà della loro amata.
C'è da dire inoltre che spesso il signore feudale non aveva nulla di cui esser geloso, poiché il sistema cortese non prevedeva il rapporto carnale che avrebbe annullato il desiderio principio base del "fin amors".
Cosa volevano, dunque, i trovatori dalla loro dama? Siamo certi che un regalo, un dolce sguardo o gentil sorriso avrebbe placato la loro sete d'amore?
Non ne sarei così sicura e molto prima di me anche Kohler ha avuto lo stesso presentimento.
Il filologo romanzo Erich Kohler formulò, infatti, tra gli anni sessanta e settanta del nostro secolo una delle tesi più convincenti riguardo la nascita del movimento cortese.
Secondo il brillante filologo, la poesia d'amore era espressione di uno specifico gruppo sociale presente nel sistema cortese, la piccola nobiltà (cavalieri poveri secondogeniti) che non può aspirare 
All’ereditarietà del feudo; La dama irraggiungibile rappresenterebbe la metafora dell'aspirazione.
I paubres cavalier, dipendenti dal signore feudale, poetando potevano sentirsi come l'alta nobiltà, superando in questo modo i contrasti tra caste.
Questi giovani e furbi uomini scrivendo poesie per la castellana speravano di entrare nelle sue grazie in modo che essa intercedesse con il feudatario per avere in regalo un feudo.
L'amore cortese dunque,secondo Kohler nascerebbe proprio da questi cavalieri.
Nel corso del tempo, ovviamente,altre teorie più o meno attendibili sono andate formandosi rendendo questa parte del passato letterario materia fertile per gli appassionati di genere.

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