Padri della lirica cortese, fondatori di una
lingua volgare intellettuale, i trovatori così come i trovieri
hanno influenzato lo sviluppo della nostra cultura letteraria così
come quella di molti altri stati europei. Uniti da simili aspirazioni e spesso
armati di strumento i trovatori frequentavano le corti del sud della francia.
Luogo fulcro del movimento Tolosa corte di Guglielmo IX
settimo conte di Poitiers.
Non è un caso che la lirica cortese
soprattutto d'amore si sia sviluppata così velocemente in una società feudale
capitanata da una gerarchia signorile. Infatti sebbene il termine faccia
pensare a un sentimento puro e incondizionato il "Fin Amors"
si configura come una vera e propria istituzione basato su regole e
principi precisi.
Il cavaliere forte del suo immenso coraggio e
bramoso di conquistare la dama del suo cuore, aspirava al sommo bene
seguendo i precetti dell’umiltà; dell’obbedienza incondizionata e
servile alla dama; si adoperava al fin di perpetuare belle imprese
che donano valore e più importante al fine di parlare cortesemente.
Solo il bel parlare infatti permetteva di distinguersi da quelli che erano i cavalieri
villani, i quali non avevano un giusto comportamento a corte.
Sebbene il cavaliere rappresenti
la parte attiva nel movimento cortese, grande importanza ha anche la dama
caratterizzata da concretezza e irraggiungibilità. Proprio attraverso la sua
condizione sociale, possiamo comprendere come dietro il movimento cortese il
poetare non fosse un mero espediente amoroso.
Folle della brama e
dell'ammirazione del poeta, la dama era spesso moglie del signore feudale
considerato dai trovatori villano, non cortese, perché
limitava la libertà della loro amata.
C'è da dire inoltre che spesso il
signore feudale non aveva nulla di cui esser geloso, poiché il sistema
cortese non prevedeva il rapporto carnale che avrebbe annullato il
desiderio principio base del "fin amors".
Cosa volevano, dunque, i
trovatori dalla loro dama? Siamo certi che un regalo, un dolce sguardo o gentil
sorriso avrebbe placato la loro sete d'amore?
Non ne sarei così sicura e molto
prima di me anche Kohler ha avuto lo stesso presentimento.
Il filologo romanzo Erich
Kohler formulò, infatti, tra gli anni sessanta e settanta del nostro secolo
una delle tesi più convincenti riguardo la nascita del movimento cortese.
Secondo il brillante filologo, la
poesia d'amore era espressione di uno specifico gruppo sociale presente nel
sistema cortese, la piccola nobiltà (cavalieri poveri secondogeniti)
che non può aspirare
All’ereditarietà del feudo; La
dama irraggiungibile rappresenterebbe la metafora dell'aspirazione.
I paubres cavalier, dipendenti dal signore feudale,
poetando potevano sentirsi come l'alta nobiltà, superando in questo
modo i contrasti tra caste.
Questi giovani e furbi uomini
scrivendo poesie per la castellana speravano di entrare nelle sue grazie
in modo che essa intercedesse con il feudatario per avere in regalo un feudo.
L'amore cortese dunque,secondo
Kohler nascerebbe proprio da questi cavalieri.
Nel corso del tempo, ovviamente,altre teorie più
o meno attendibili sono andate formandosi rendendo questa parte del passato
letterario materia fertile per gli appassionati di genere.
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