DICI-AMO
No al femminicidio!
PREMESSA
La violenza contro le
donne è una grave violazione dei diritti umani. E’ una realtà quotidiana che
pervade la vita di molte donne in ogni paese del mondo. Il suo impatto sulle
donne, sulle loro vite, la loro salute, il lavoro e il benessere delle loro
famiglie è devastante.
Oltre
alle aggressioni che sfociano in tragedia (via via più frequenti), dobbiamo considerare
anche le forme della violenza meno evidenti ma ugualmente gravi, spesso importanti campanelli di allarme: schiaffi,
toni di voce minacciosi, vere e proprie sudditanze psicologiche, che giorno
dopo giorno minano l'autostima e il rispetto di sé. Atteggiamenti dominanti
che, il più delle volte, si manifestano in giovane età o hanno comunque radici
profonde.
Prevenire e intervenire, prima che sia troppo
tardi, si può.
La violenza contro la donna non si può
risolvere cambiando solo le leggi, ma intervenendo sul piano culturale,
educando al rispetto della persona e del vero amore, che non è certo la gelosia
o la passione insana, ma il “bene velle”, il volere il bene dell’altro.
Gli insegnanti e le
altre figure coinvolte nel sistema di istruzione dovrebbero essere parte dello
sforzo per superare i pregiudizi e gli stereotipi che confinano le donne e le
ragazze a ruoli subordinati contribuendo alla violenza.
Secoli di letteratura hanno proposto trame
amorose con variegate sfaccettature di gelosia, presentando questo sentimento
come naturale accompagnamento dell’amore, instillando l’idea che “è geloso
perché mi ama”.
Il cambiamento può avvenire coinvolgendo soprattutto
le scuole, educando i futuri uomini e donne, insegnando loro che essere donne e
essere uomini è altro, che l’amore è altro.
Bisogna
iniziare a cambiare le cose con un lavoro lungo e paziente che parta dai
ragazzi.
Il lavoro
contro la discriminazione deve iniziare dal quotidiano, dalla discriminazione
sottile di alcuni comportamenti dei compagni verso le compagne, ma anche dai
ruoli che inconsciamente le ragazze sono spinte ad assumere e che
trasmetteranno con l’educazione ai propri figli, maschi e femmine imprigionando
se stessi in uno stato subalterno e perpetuando questo modello.
Dobbiamo aiutare
i nostri giovani a riflettere, poiché solo la consapevolezza dei propri
atteggiamenti e dei condizionamenti e stereotipi di cui essi sono intessuti può
aiutare a modificare i propri comportamenti
per raggiungere quella piena, sostanziale e non formale, parità tra gli
esseri umani proclamata dall’articolo 1 e 2 della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e
diritti” (art.1) e “Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le
libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per
ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione
politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di
nascita o di altra condizione” (art.2).
FINALITÀ
- sensibilizzare i giovani sul fenomeno del femminicidio
- far riflettere su atteggiamenti, frutto di condizionamenti e stereotipi
- educare alla legalità
- portare il cambiamento in famiglia
- educare a una cittadinanza attiva
DESTINATARI
L’attività è
destinata agli alunni, genitori, associazioni, istituzioni.
DOCENTE REFERENTE
Prof.ssa Michela
Buonagura
TEMPO DI REALIZZAZIONE
dal 1 novembre al 25
novembre
SPAZI
aule, laboratori,
palestra scoperta, teatro comunale
CONTENUTI
Saranno realizzati
materiali educativi da incorporare nei curricula scolastici a tutti i livelli,
allo scopo di prevenire la violenza, contrastando le idee e i pregiudizi che
considerano la violenza accettabile.
ATTIVITÀ
Le attività di
preparazione all’evento si svolgeranno in coda all’orario di lezione
curriculare e sarà svolta nei seguenti momenti:
- focus sul fenomeno
- raccolta di documenti, di testi, di pezzi musicali
- ideazione e realizzazione dei cartelloni e video
- partecipazione alla Giornata Internazionale contro la violenza sulla donna il 25 novembre del corrente anno scolastico, insieme alle associazioni presenti ed attive sul territorio.
La docente referente
Prof.ssa Michela Buonagura
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